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Omologato il concordato preventivo Union Beton

General Beton diviene il socio di maggioranza

Vogliamo dedicare questa newsletter ad un’azienda nostra cliente, che abbiamo assistito nel processo di ristrutturazione che ci ha portato ad ottenere l’omologa di un concordato preventivo con continuità diretta presso la sezione fallimentare del Tribunale competente, quello di Udine, presieduta dal giudice Francesco Venier. Il giudice delegato in quest’occasione è il Dott. Gianmarco Calienno.

Nello specifico nel ruolo di advisor finanziari abbiamo assistito l’azienda nella:

  • predisposizione del piano concordatario;
  • conduzione delle trattative con il ceto bancario, che hanno portato alla stipula di due distinti accordi pre-concordatari con i due principali creditori privilegiati Kerma ed MPS/AMCO, per il degrado di ca il 40% dei crediti privilegiati in chirografi, ed una maggiore dilazione rispetto alle previsioni di legge per il rimborso della componente privilegiata residua;
  • ricerca e selezione di partner industriali da coinvolgere nel progetto di consolidamento dell’impresa, nella predisposizione della data room, nella conduzione delle trattative e nella gestione delle richieste informative delle controparti. L’attività si è conclusa con la sottoscrizione di un terzo accordo pre-concordatario con General Beton Triveneta - uno tra i principali produttori di calcestruzzo preconfezionato operanti in Veneto e Friuli Venezia Giulia e primo cliente di Union Beton Srl - che da venerdì 12/11/2021, apportando €1,85 m di nuova finanza, è divenuta il nuovo socio di maggioranza dell’azienda.

 

Il concordato in continuità diretta proposto dalla Società prevede:

  • la prosecuzione della propria attività operativa caratteristica, che ha luogo in Friuli Venezia Giulia e Veneto e consiste sia nel movimento terra conto terzi che soprattutto nell’estrazione e vendita di materiale inerte di cava con relativo trasporto;
  • la dismissione di quella parte dell’attivo extra-caratteristico più facilmente liquidabile (in particolare beni immobili non necessari per l'attività).

A nostro giudizio tale soluzione è la più adatta a garantire non solo la migliore soddisfazione dei creditori ma anche la continuazione dell’attività aziendale. Ciò in considerazione soprattutto:

  • delle peculiarità del regime concessorio di sfruttamento delle cave;
  • degli importanti apporti legati alla continuità, e cioè:
    • - i flussi di cassa che la continuazione dell’attività aziendale potrà generare nell’arco di piano;
    • - l’apporto di nuova finanza da parte del nuovo socio;
    • - le ricadute positive attese da questo cambiamento della compagine sociale da un punto di vista industriale e commerciale, tra cui in primis la riduzione della volatilità del fatturato.

 

A conferma di quanto sopra, la proposta avanzata ai creditori ha passato con successo il loro scrutinio, con 6 voti favorevoli su 7.

Rimandiamo per ulteriori informazioni alla rassegna stampa su Nordest Economia e Global Chronicle ed all’intervista all’imprenditore Antonio Toso, che pubblicheremo nelle prossime settimane.

 

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