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Concordato preventivo Union Beton: intervista all'imprenditore

Per maggiori informazioni circa l’operazione straordinaria che ha visto coinvolta Union Beton, ora in concordato preventivo in continuità diretta presso il Tribunale di Udine, rimandiamo i nostri lettori alla newsletter del 10/1/2022 oltre che alle rassegne stampa ai seguenti link: Nordest EconomiaGlobal Chronicle.

In questa occasione riteniamo invece utile, per gli imprenditori che ci leggono, riportare la testimonianza e le riflessioni di Antonio Toso, amministratore nonché co-titolare di Union Beton Srl.


[S.Castiglione] – Buongiorno Antonio, grazie per la tua disponibilità. Inizierei con il chiederti: quali sono le ragioni della crisi di Union Beton?

[A.Toso] - Principalmente la crisi di una propria controllata che operava nel settore rifiuti e che UB ha finanziato, in second’ordine la crisi di una seconda controllata, attiva del settore delle costruzioni, di cui Union Beton assorbì le posizioni debitorie.

[S.Castiglione] – Quali ritieni siano state le scelte prese in passato che più di altre hanno influito e che con l’esperienza maturata eviteresti di ripetere, se ce ne sono? 

[A.Toso] - Mi concentrerei sul nostro business principale, evitando gli investimenti in altri settori, in cui non avevamo un’esperienza diretta.

[S.Castiglione] – Quali furono le iniziative prese per affrontare la crisi a suo tempo? So che nel 2013 chiudeste un piano attestato di risanamento ex. Art. 67, assistiti da KPMG. Prima di allora avevate intrapreso anche altre iniziative? Quali furono i segnali che vi fecero capire che era il momento per un intervento strutturato?

[A.Toso] – Il danno procurato dal fallimento di Eco Energy, la società controllata attiva nel settore dei rifiuti, creò a caduta problemi finanziari. Mettemmo subito in vendita beni non inerenti la nostra attività principale per recuperare liquidità, ma a causa della congiuntura quest’azione non ebbe, se non in piccola parte, successo, per cui decidemmo di procedere con incarico a KPMG per un accordo ex. Art. 67 (n.d.r. cosiddetto “Piano attestato di risanamento”).

[S.Castiglione] – Nel 2017 prendeste la decisione di chiedere il supporto di Atlhas Finance per una revisione degli accordi di risanamento firmati nel 2013, per quale ragione?

[A.Toso] – Non rispettammo i covenant previsti a piano, per cui su richiesta degli istituti di credito dovemmo procedere con l’estensione di un nuovo piano.

[S.Castiglione] – Quali ritieni siano state le principali cause della mancata riuscita del piano del 2013 e cosa sarebbe stato opportuno fare per evitarle? In che modo si è cercato di fare tesoro di quell’esperienza all’interno del piano concordatario?

[A.Toso]  – Il piano proposto da KPMG si rivelò poco realistico rispetto al calo di volumi e prezzi di vendita dell’inerte ed al degenerarsi delle prospettive di vendita nel mercato immobiliare. Non riuscimmo a vendere i beni non strumentali ai prezzi previsti a piano, per cui dovemmo riaprire il tavolo negoziale con le Banche con un nuovo Advisor, Atlhas Finance, sul cui suggerimento improntammo il nuovo piano:

  • eseguendo un’analisi più realistica del mercato immobiliare, assegnando per quasi tutti i beni in dismissione un mandato di vendita ad operatori attivi sul territorio, coinvolgendoli nella valutazione degli immobili loro assegnati e prevedendo una forchetta di valori - anziché un valore puntuale - che consentisse di gestire le trattative con gli acquirenti senza dover rimettere mano al piano;
  • mantenendo un profilo più prudente anche sul fronte dell’attività caratteristica, sia in termini di volumi che di prezzi di vendita.

[S.Castiglione]  – Stante ciò di cui abbiamo parlato sinora, che consigli ti sentiresti di dare a degli imprenditori?

[A.Toso] – Affrontare una crisi di impresa è molto impattante per qualsiasi imprenditore e lo è stato anche per me. In passato avevamo già affrontato crisi che si erano risolte in poco tempo con il rilancio dell’ azienda, il consiglio che posso dare è di avere un sistema di controllo aziendale sempre aggiornato e di circondarsi di collaboratori seri e professionali.

[S.Castiglione] – Abbiamo depositato in Tribunale il ricorso “in bianco” [1] a Febbraio 2020 ed il piano ad Ottobre 2020.  È passato molto tempo dall’incarico che ci avevate dato nel 2017 per la revisione degli accordi di risanamento firmati nel 2013. Se ricordi all’epoca ve lo sconsigliammo, suggerendovi il concordato preventivo. Puoi ricordare brevemente quali furono le ragioni che vi fecero decidere di non abbandonare la strada della revisione degli accordi di risanamento?

[A.Toso]  - Con il senno di poi presentare subito la domanda di  concordato preventivo sarebbe stata la soluzione più logica,  ma visto la nostra inesperienza e la convinzione che con un profilo più basso, evitando il  coinvolgimento del Tribunale,  avremmo evitato impatti negativi sui nostri clienti e fornitori, d’accordo con gli Istituti di credito più esposti con la nostra azienda,  optammo per l’accordo di ristrutturazione.

[S.Castiglione] - Quali furono le ragioni che vi portarono poi a presentare domanda di concordato in bianco a febbraio del 2020?

[A.Toso] – Purtroppo, nonostante l’apparente apertura iniziale, il tavolo negoziale si prolungò per parecchi anni, in una condizione di stand-still di fatto va detto. Ciò sino a quando a Novembre 2019 uno degli istituti di maggior peso – che sino ad allora si era fermamente opposto all’opzione di concordato preventivo che avevamo varie volte suggerito - si decise a prendere posizione, facendo così cadere  il tavolo e rendendo in tal modo la scelta del concordato una scelta obbligata.

[S.Castiglione]  - Ancora una volta, ci sono a tuo giudizio degli spunti che potrebbero essere utili agli imprenditori che ci dovessero leggere?

[A.Toso] –  Al primo sentore di rischio, prendere in considerazione la possibilità di rivolgersi a consulenti e studi specializzati in crisi di impresa, per un monitoraggio della propria azienda. Le soluzioni tante volte sono a portata di mano e l’imprenditore a causa del legame affettivo con la propria azienda non le vede o esclude soluzioni forti ma indispensabili. 

[S.Castiglione] - Quali ritieni siano gli aspetti più interessanti, i punti di forza del piano concordatario depositato? In che modo ritieni potrebbe svilupparsi il rapporto con il nuovo socio e quali benefici potrebbe portare con se?

[A.Toso] – Sia per quanto riguarda le dismissioni dei beni non strumentali, sia per quanto riguarda l’esercizio dell’attività caratteristica, il piano concordatario segue un’impostazione simile a quella seguita nella proposta di piano ex. Art. 67 oggetto di discussione con gli istituti sino a novembre 2019. A differenza di quest’ultima - grazie alle prerogative tipiche del concordato - può gestire sin da subito lo stralcio dei debiti – anziché prevederlo come eventualità solamente al termine del periodo di piano, per renderli compatibili con la capacità di generazione di cassa dell’azienda. Ed è probabilmente questo aspetto che ci ha anche permesso di coinvolgere nell’operazione un investitore industriale in aumento di capitale.

Il nuovo socio General Beton, con cui vi è già in essere un rapporto di comproprietà in un'altra realtà imprenditoriale,  ci si attende porterà con sé sinergie e quindi valore aggiunto ad Union Beton, sia in termini di prospettive di aumento di fatturato e di incremento della clientela, sia in termini di una presenza commerciale più incisiva sul territorio.

[S.Castiglione]  - Per terminare ti chiedo alcune tue considerazioni in ordine sparso circa il percorso di ristrutturazione intrapreso dall’azienda anni or sono, ti dò solo qualche spunto e lascio a te sviluppare:

  • È un percorso che è consigliabile percorrere in autonomia?
  • [A.Toso] – Assolutamente no, è indispensabile appoggiarsi a professionisti che possono asetticamente monitorare l’azienda.

  • [S.Castiglione] - In caso contrario come potrebbero, imprenditori che si trovassero in una situazione simile alla vostra, districarsi nella scelta di consulenti adatti?
  • [A.Toso] – Argomento delicato e non di semplice risposta, ci sono grandi gruppi che forniscono consulenti che sono ben accettati dagli istituti finanziari, ma nel nostro caso il piano da loro elaborato non diede i frutti sperati, per una valutazione troppo ottimistica dello sviluppo dei fatturati e delle vendite. Molte volte , è il nostro caso, si chiedono informazioni a terzi affidabili.

  • [S.Castiglione] - Sei soddisfatto di come sono andate le cose con Atlhas Finance? Se si, in particolare quali ritieni siano stati i punti di forza, ad esempio rispetto alle esperienze pregresse? Cosa faresti diversamente?
  • [A.Toso] – Il risultato raggiunto risponde da solo al quesito. Il piano predisposto da Atlhas Finance è risultato più puntuale e modellato alla nostra realtà ad al nostro business, con molta più attenzione e verifiche in progress rispetto al piano di ristrutturazione precedente. Le decisioni dei soci e degli amministratori sono state sempre prese nell’ottica di continuità dell’azienda e del mantenimento delle maestranze, mettendo in secondo piano il proprio tornaconto personale.


Ringraziamo l’amministratore Antonio Toso per la disponibilità dimostrata nel concederci questa intervista.

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NOTE:
[1] Cioè con la riserva di presentare il piano concordatario in un secondo momento

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